Bonus personale sanitario Regione Lazio. Il 90% dei professionisti sanitari tagliati fuori

L’11 aprile 2020 è stato firmato l’accordo tra Regione Lazio e parte dei Sindacati [LEGGI] per cercare di compensare il disagio e l’impegno riconosciuto al personale sanitario durante questa pandemia.

Ma noi tutti ci saremmo aspettati dalla Regione Lazio, il Coina in primis, un accordo che potesse, se non ripagare del tutto, quantomeno riconoscere un emolumento tangibile così da concretizzare i riconoscimenti verbali e le promesse finora fatte.

A nostro avviso l’accordo fatto non riesce assolutamente in tale intento, poiché non prende in considerazione una popolazione troppo importante di professionisti sanitari che, in questi ultimi mesi, hanno e continuano a dare un importante contributo al sistema sanitario regionale.

L’accordo che è stato firmato prevede riconoscimenti unicamente ai dipendenti del SSR, non citando minimamente tutti i dipendenti di strutture ospedaliere private accreditate e convenzionate con il SSR, che ad oggi costituiscono quasi il 40% del personale sanitario della Regione Lazio.

Le strutture private di cui parliamo rappresentano il fiore all’occhiello della Sanità laziale e si tratta di strutture che sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza, come la Fondazione Policlinico Gemelli con la Columbus Covid-Hospital 2, e la Clinica Casal Palocco con il suo Covid-Hospital 3; per non parlare dei tanti ospedali, e cliniche rimaste in funzione per garantire quei servizi sanitari minimi e la salvaguardia della salute delle persone più fragili, o come il Fatebenefratelli e l’IDI, che sono ospedali Spoke per i Covid-Hospital, solo per citarne solamente alcune.

Sembra impensabile che la Regione Lazio abbia riservato ai dipendenti del settore privato solamente poche righe alla fine di un accordo che lascia l’amaro in bocca. Nonostante il personale sanitario delle strutture private stia gestendo la grande maggioranza di tutti i pazienti Covid-positivi presenti sul territorio laziale (Fondazione Policlinico Gemelli e Columbus gestiscono quasi il 25% dei pazienti Covid del Lazio), la Regione gli ha riservato solamente qualche ringraziamento.

A nostro avviso normalmente si dovrebbe ringraziare chi è nella condizione di poter decidere, ma i dipendenti della sanità privata non sono mai stati nelle condizioni di poter decidere, non hanno deciso quando hanno portato le pezze al posto delle mascherine chirurgiche, non hanno deciso quando l’OMS, Istituto Superiore di Sanità e la Regione Lazio hanno fatto assistere pazienti infetti con DPI non idonei, non hanno deciso quando il personale sanitario è stato precluso dal fare i tamponi, non hanno deciso quando gli è stato impedito di fare la quarantena, non hanno deciso di rinunciare a buona parte della normativa messa in atto per tutelare la salute della popolazione e di altre categorie di lavoratori, e poiché non hanno deciso neanche di ammalarsi durante l’espletamento delle nostre mansioni, non accetteranno adesso i vostri ringraziamenti.

Non si possono accettare dei ringraziamenti a queste condizioni. Ormai è scritto nero su bianco come la stessa Regione Lazio riconosca lavoratori di serie A e lavoratori di serie B all’interno del proprio comparto sanità.

Il Coina vuole esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti di un accordo ritenuto offensivo per la Sanità tutta, comprendendo in questo anche i dipendenti pubblici del SSR, poiché i quali dovranno sperare di rientrare all’interno delle rigide fasce previste dall’accordo per sperare in qualche riconoscimento.

Visto che per la nostra Regione Lazio, per risultare idoneo e percepire il Bonus, bisogna far parte di uno dei seguenti settori:

Fascia A – COVID “rischio elevato” € 1.000,00:
1. Unità operative dedicate COVID
2. Terapia intensiva e rianimazione COVID
3. DEA I e II livello
4. Servizio Igiene pubblica e attività territoriale COVID
5. Trasporti sanitari/trasporto pazienti ARES 118.
6. Laboratori Rete COVID
7. Radiodiagnostica Rete COVID

Fascia B – COVID- “rischio medio” C 600,00
1. Camere operatorie e aree sub-intensive pazienti COVID
2. Pronto soccorso non DEA
3. Dialisi Rete COVID
4. Camere mortuarie in ospedali con Aree COVID
5. Farmacie in ospedali COVID
6. Centrali operative Ares 118

Come è facile comprendere il Bonus verrà elargito solamente agli operatori che si trovano in uno di questi settori. Ma con quale coraggio ci si rivolgerà a tutti quei lavoratori che hanno prestato servizio in tutti gli altri reparti e servizi dell’ospedale, i quali hanno vissuto sulla propria pelle l’escalation dei contagi tra i propri pazienti e tra il personale stesso?

Non si può trascurare che gran parte del personale risultato positivo al Covid è arrivato da questi reparti; ovvi sono i motivi, poiché scarsi e scadenti sono stati i DPI, irrisori e nulli sono stati i tamponi ai pazienti e al personale, confuse e spesso tardive le comunicazioni e le procedure da attuare.

Rileggendo l’accordo firmato non può che rinnovarsi quella sensazione di amarezza che ci aveva pervaso durante la prima lettura. Più che un riconoscimento al valore e all’impegno sembra uno strumento di propaganda, attuato su pochi soggetti e tramite il quale si tenta di pulirsi la coscienza.

Nel frattempo molti operatori sanitari sono morti, muoiono e continueranno a morire, però giustamente chi dirige la sanità laziale ha pensato bene di riconoscere queste persone come non esposte a rischio.

Nella speranza che si possa tornare indietro sui propri passi ci fa piacere ricordare che la Regione Toscana ha previsto tre fasce di incentivi: per gli operatori dell’area Covid, per i lavoratori vicino all’area Covid, e quelli al di fuori dell’area Covid.

Il Coina ha inviato alla Regione Lazio la richiesta per il riconoscimento del Bonus a tutti i lavoratori impegnati nella lotta al Covid, sia pubblici che privati, e prevedere un ulteriore ampliamento delle fasce di personale sanitario non direttamente connesso alle aree Covid. Tali richieste si vanno ad aggiungere alle già numerose richieste di sensibilizzazione delle autorità che il Coina continua a formulare incessantemente (Vedi lettera Regione Piemonte).

La Redazione CoinaNews

 

Fonti:

Regione Lazio

 

Immagini:
nurse24.it

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