La riduzione delle cattedre infermieristiche è figlia della scarsa considerazione degli infermieri eroi

Una coltellata dietro l’altra! E la professione infermieristica è passata, in poco più di 2 mesi, da “professionisti eroi-indispensabili” a meri esecutori di mansioni igienico domestiche alberghiere, che possono essere svolte da una qualsiasi persona non necessariamente laureata in infermieristica [LEGGI].

Dopo circa 3 mesi di lotte contro il Covid-19 e riconoscimenti a voce, ecco cosa abbiamo ricevuto:

– nessun riconoscimento economico agguntivo;

– nessun bonus una tantum governativo;

– nessuna apertura per un contratto separato per le Professioni Sanitarie (Infermieri, Ostetriche, TSRM e altre Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e Prevenzione);

nessun riconoscimento professionale all’interno della Aziende Sanitarie.

 

Anzi, se vogliamo guardare la realtà di tutti i giorni, si continuano a sfruttare le Professioni Sanitarie, soprattutto gli Infermieri, demansionandoli (“deprofessionalizzando” secondo la FNOPI) ovvero obbligati, più o meno con metodi coercitivi/psicologici (quella dell’infemiere è una missione divina), a svolgere mansioni inferiori spettanti alle figure di supporto e con orari massacranti in violazione del D.Lgs. 66/2003.

Per non dimenticare la cronica carenza di personale con l’ovvio aumento del rischio clinico, ma anche un rischio dal punto di vista penale, civile e amministrativo.

Adesso, come ciliegina sulla torta, è arrivato il Decreto Ministeriale n. 82/2020 del MIUR [LEGGI] con il quale si riducono le cattedre per il Corso di Laurea Infermieristica, da 5 a 3 e per quella a tempo indeterminato da 3 ad 1, con l’indignazione di tutto il mondo infermieristico, soprattutto dall’attuale docenza e dirigenza infermieristica.

Perché ci dovremmo meravigliare di questa decisione, se veniamo continuamente trattati come sguatteri tutto fare della sanità Italiana e dagli stessi dirigenti infermieristici?

Questo purtroppo avviene anche grazie alla complicità e ignoranza dell’ Università, che attraverso i Corsi di Laurea Infermieristica, i Docenti Infermieri insegnano agli infermieri come svolgere le mansioni prettamente alberghiere e di competenza delle figure di supporto (OSS). Si veda l’insegnamento su come fare un bagno al letto del paziente, come svuotare un pappagallo, o come tagliare la barba e fare uno shampoo.

Quindi se all’interno delle Aziende Sanitarie e Università, l’infermiere fino ad oggi viene visto come un SuperOSS, invece di un Professionista Laureato, spesso con competenze avanzate che per convenienza vengono riconosciute con una pacca sulla spalla, la colpa non può essere solo dei vertici della Dirigenza Aziendale, ma anche e soprattutto della Dirigenza Infermieristica e della complicità indiretta della FNOPI (molti consiglieri sono anche dirigenti delle Professioni sanitarie) che non hanno mai battuto i pugni per lo sdegno e per il giusto riconoscimento professionale.

Come ci si può oggi indignare se si riducono le cattedre? Come ci si può sorprendere se l’infermiere, grazie ai nostri docenti infermieri e dirigenti infermieristici, viene visto come un mero esecutore dell’assistenza diretta che neanche nel vecchio mansionario spettava all’infermiere professionale, ma all’infermiere generico (Leggi DPR 225/74 art. 6).

Se vogliamo finalmente far rispettare la nostra professionalità, anche a livello di insegnamento accademico, si deve partire dal basso, attraverso:

– un contratto separato delle Professioni Sanitarie;

– riconoscimento delle compentenze avanzate, sia dal punto di vista professionale, che economico;

– rispetto delle professionalità, vietando mansioni inferiori;

– rispetto della dotazione organica in relazione alle reali complessità assistenziali;

– maggiore autonomia infermieristica nel rispetto del proprio profilo professionale;

– intramoenia e abolizione del vincolo di esclusività.

Se non partiamo da questi fondamentali punti base, non avremo mai il giusto riconoscimento a livello sociale, normativo, economico ed universitario.

La Redazione CoinaNews

M. C.