Emergenza Coronavirus: Infermieri e Operatori Sanitari da Eroi a Carne da Macello

Soltanto qualche giorno fa ha fatto il giro del Web l’infermiera che dormiva con tutti i presidi di sicurezza addosso dopo una notte intensa. Si sono sprecati gli elogi e complimenti per una professione, quella infermieristica, che sta vivendo una fase davvero drammatica.

Se pensiamo che ci sono colleghi che puntalmente lavorano oltre il proprio orario di lavoro, arrivando molto spesso a superare il limite consentito di 13 ore consecutive.

Tutti i Media esaltano gli infermieri ma non vanno oltre, entrando nello specifico di quello che hanno vissuto e che ancora stanno vivendo.

Non evidenziano che agli Operatori Sanitari sono stati negati tutti i congedi ordinari, orari di lavoro ordinari, possibilità di quarantena, negata la possibilità di tamponi nei casi sospetti e soprattutto non avere i necessari Dispositivi di Protezione Individuale per lavorare in sicurezza. 

No gli Operatori Sanitari non sono Carne da Macello.

Se pensiamo alla quarantena definita dal DL n. 6 del 23 febbraio 2020 che è stata modificata con il successivo DL n. 14 Sorveglianza sanitaria all’art. 7  comma 1 “La disposizione di cui all’articolo 1, comma 2, lettera h), del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali che vengono sottoposti a sorveglianza. I medesimi operatori sospendono l’attivita’ nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19″.

Quindi gli Operatori Sanitari che sono venuti a contatto con soggetti positivi al Covid-19, continuano normalmente a lavorare fino a quando, come dice il Decreto Legge stesso, non vi sia la comparsa di una sintomatologia respiratoria o esito positivo per Covid-19, cioè quando ormai tutti i colleghi e familiari sono stati contagiati ed a loro volta saranno diffusori del virus.

NO non è uno scherzo, ma è quello sta accadendo nel nostro strano paese. Adesso gli untori sono anche gli Operatori Sanitari, come ad esempio Medici, Infermieri e OSS, visto che devono lavorare fino alla comparsa delle sintomatologia, ovviamente senza nessun tampone giornaliero e fino a che non insorga una evidente sintomatologia respiratoria.

In molti Ospedali la Sorveglianza Sanitaria addirittura non esegue il tampone o prevede la quarantena neanche quando è previsto dal Decreto: “sospendono l’attivita’ nel caso di sintomatologia respiratoria” ma solo quando insorge uno stato febbrile e sintomatologia respiratoria.

Non vogliamo parlare poi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha di fatto sospeso tutti i congedi ordinari agli Operatori Sanitari, come ad esempio le ferie e l’ultimo DL n. 18 del 17 marzo prevede l’estensione dei permessi Legge 104/92 fino a 12 giorni al mese (solo per i mesi di marzo e aprile) ad eccezione del personale sanitario compatibilmente con le esigenze organizzative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell’emergenza COVID-19 e del comparto sanità.

Ma la gravissima situazione della mancanza dei presidi idonei è quello che più preoccupa e che mette a rischio sia gli Operatori Sanitari che i pazienti, colleghi e familiari.

Nello polemica sulle mascherine non idonee fornite in alcune Regioni, l’assessore Walfare Lombardo Giulio Gallera ha dichiarato: Oggi le mascherine che possono essere utilizzate dagli operatori sono del tipo FFP2, FFP3 o quelle cosiddette chirurgiche, invece ci hanno mandato queste cose qua: è un fazzoletto, un foglio di carta igienica.

La mancanza di mascherine idonee e tutti i Dispositivi di Protezione Individuale sono un problema serio che non è stato preso immediatamente in seria considerazione, perché senza i necessari presidi significa andare a lavorare senza nessuna protezione e quindi gli Operatori Sanitari rischiano seriamente di essere contagiati e la loro volta contagiare gli altri.

Da quello che sta emergendo, gli operatori sanitari positivi in Italia sono quasi 3 mila (al 17 marzo) ma questi sono enormemente sottostimati perché il tampone viene effettuato solo ed esclusivamente a soggetti francamente sintomatici. Si parla di almeno 10 mila operatori sanitari positivi che ogni giorno continuano a lavorare in virtù di una scellerata scelta di escludere gli operatori sanitari dalla quarantena, lasciando la decisione di quarantena o tamponi alla sorveglianza sanitaria.

D’altronde anche il Direttore Generale dell’OMS il giorno 11 marzo u.s ha dichiarato che l’unico modo per interrompere la diffusione è isolare chi risulta positivo e l’unico modo per individuare la positività è quella di trovare, isolare, testare e trattare [LEGGI].

Questa direttiva è stata ribadita anche dal Prof. Ricciardi, consulente del Governo e dell’OMS, il quale ha specificato che l’unico modo di bloccare la diffusione è quella di fare tamponi a più sospetti possibili, cosi da fermare la catena della diffusione.

Gli Operatori Sanitari chiedono con forza:

– DPI idonei per lavorare in sicurezza;

– Tamponi immediati nei casi sospetti;

– Quarantena garantita nei casi sospetti.

 

Non siamo carne da macello e non vogliamo essere dei Super Untori. 

 

#LavorareInSicurezza

La Redazione CoinaNews